Strategie - Associazione di Promozione Sociale Luca Romano

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Obiettivi
Suddivisione strategica dei compiti
La ricerca, attraverso una comunicazione integrata, di un "lavoro d'equipe", ovvero il superamento di una visione individualistica del proprio lavoro per abbracciare l'idea del processo di lavoro a svolgimento corale secondo una divisione strategica dei compiti diviene per l’associazione di vitale importanza.
Un contesto organizzativo fortemente incentrato su una netta definizione dei ruoli, è “l’organizzazione a equipe”, che, come sottolinea la definizione stessa, trova il suo elemento caratterizzante nel “gioco di squadra”. In tale contesto, l’obiettivo preposto è l’elemento fondante e centrale dell’organizzazione e il confronto e la collaborazione tra i singoli ne sono la leva di sviluppo. Il progetto viene realizzato mediante una divisione dei ruoli incentrata sulla valorizzazione delle competenze specifiche di ognuno, al fine del raggiungimento dell’obiettivo.
Da tale struttura organizzativa emerge un processo di costruzione d’immagine dell’ente determinato dal raggiungimento del risultato e dalla valorizzazione delle risorse utilizzate, quali valori fondanti l’organizzazione stessa. In una struttura organizzativa di questo tipo, il singolo trova la propria naturale collocazione in funzione delle competenze che detiene, che concorrono a delinearne il ruolo professionale. Diventa pertanto molto più agile, in tale contesto, la definizione di una propria identità professionale, svincolata da dinamiche personalistiche, e si rende anzi necessario, a garanzia del raggiungimento dell’obiettivo, una divisione di compiti e ruoli incentrata su specifiche competenze e abilità acquisite.
Se dovessimo fare tutto da soli, il nostro benessere sarebbe solo una frazione di quello che è.
La divisione del lavoro è utile per tre ragioni principali.
Innanzitutto, poiché nessuno è «dotato in tutti i campi», è logico che ciascuno sfrutti il proprio talento personale.
In secondo luogo, la specializzazione facilita la produzione su larga scala, che rende un gran numero di beni accessibili a tutti: quando le auto sono prodotte in serie in grandi fabbriche, i costi di produzione sono considerevolmente più bassi rispetto a quelli sopportati da una famiglia che decida di costruirsela da sola in garage.
Infine, grazie alla specializzazione, gli individui ampliano costantemente le proprie conoscenze e diventano più produttivi, permettendo in questo modo di aumentare la quantità di beni prodotti, di migliorare la loro qualità o di abbassarne il prezzo.
Quel che vale per la singola famiglia vale anche per l’economia nel suo insieme. La specializzazione e la divisione del lavoro contribuiscono indiscutibilmente ad accrescere il benessere.
La specializzazione è proficua alle parti coinvolte anche quando una è superiore all’altra in tutti i campi.
Consideriamo l’esempio di un giocatore professionista di tennis che non solo è un grande sportivo, ma è anche molto abile nel negoziare i propri contratti pubblicitari. In questo campo è addirittura più bravo di un esperto avvocato. Il nostro tennista ha un vantaggio assoluto rispetto all’avvocato sia sul piano delle competenze sportive che su quello della gestione degli affari. Eppure, se è molto superiore all’avvocato a livello sportivo, la sua abilità in materia di negoziazione è comparativamente solo leggermente superiore a quella dell’avvocato.
In gergo economico si dice che il giocatore di tennis ha un «vantaggio comparato» (o relativo) nel tennis e l’avvocato un «vantaggio comparato» nella stipulazione di contratti.
Anche se il tennista sa regolare le formalità contrattuali meglio dell’avvocato, ha comunque interesse ad assegnare tale mansione a quest’ultima. Ha così più tempo per allenarsi, per partecipare a tornei e onorare i propri impegni pubblicitari, guadagnando inoltre di più anche se deve pagare un buon onorario al giurista. In quanto a quest’ultimo, anche per lui è meglio consacrarsi al proprio mestiere. Poiché possiede le competenze richieste, si guadagna da vivere meglio esercitando il mestiere di avvocato che non quello di tennista professionista. È dunque più vantaggioso per entrambi concentrarsi sull’attività nella quale godono, ognuno al proprio livello, di un vantaggio comparato.
Senza divisione del lavoro un insieme di individui è solo un insieme di individui, non una società in grado di riprodursi e prosperare.
La necessità di introdurre una divisione dei compiti fra individui che partecipano ad un’attività comune nasce dalla constatazione che, affidando ad una stessa persona diversi compiti anche molto differenti fra loro, si verifica una dispersione degli sforzi che mina l’efficienza dell'operazione.
La specializzazione rende possibile tenere conto del fatto che diverse persone hanno attitudini differenti e sono più efficienti nello svolgere un particolare lavoro piuttosto che un altro.
Per questo motivo può risultare utile riunire i compiti attribuiti agli operatori in "mansioni", ovvero in funzioni.
Per quanto detto, sarà necessario individuare funzioni nodali dell’associazione e associarle ad uno o più soggetti che ne seguiranno in modo accurato e continuo l’evoluzione, avendo cura di specializzarsi al massimo nel settore di competenza, facendone diventare, ognuno per la propria parte, un comparto all’avanguardia all’interno dell’associazione stessa.
I settori cardine individuati da subito sono:
1.Ascolto, indirizzo, Sostegno;
2.Integrazione, Assistenza, Formazione;
3.Mutuo Soccorso - Market Sociale - Gruppo Acquisti Sociale;
4.Arte cultura sport; 5.Ambiente e Turismo Fattoria Sociale - City Farm;
6.Promozione Parco fluviale Aterno Pescara;
7.Comparto giuridico – legale;
8.lavoro e previdenza;
9.Contenzioso tributario e tutela equitalia;
10.psicologo;
11.tassi usurari e anatocismo;
12.ristrutturazione debiti aziende;
13.trasparenza amministrativa - legge 241/90 diritto di acceso ai documenti della P.A.;
14.Strumenti di partecipazione popolare dei cittadini nelle realtà locali.

 
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